Ulcere Cutanee Venose e Arteriose
Ulcere Cutanee: cosa sono?
Le ulcere cutanee degli arti inferiori sono piaghe di dimensioni variabili che rappresentano una patologia di notevole impatto sociale; sono infatti un vero e proprio problema sanitario oltre che individuale.
Le ulcere, presenti più comunemente nella popolazione anziana, sono una patologia di lunga durata, risulta che il 20% di esse sono ancora aperte dopo 2 anni ed inoltre il 70% delle ulcere cutanee è recidivante. Ne soffrono circa due milioni di italiani, ma è un valore sottostimato perché molti tentano di curarsi con il “fai da te domestico” favorendo l’aggravamento delle lesioni che con il sovrapporsi di complicanze si cronicizzano pregiudicandone la guarigione.
Le ulcere devono essere trattate adeguatamente e per tempo dal medico specialista che decide la terapia da seguire consistente in terapia farmacologica, trattamenti e medicazioni locali e talvolta anche terapia chirurgica ambulatoriale.
Un’ulcera cutanea si presenta come una perdita di sostanza sulla superficie di un epitelio (es. pelle) o di un organo: al di sotto di un’ulcera vi è un tessuto morto o infiammato, spesso infetto per sovrapposizione batterica.
Le loro sedi più frequenti sono la gamba e la caviglia (sopra o perimalleolare).
Ulcera cutanea: cause
Le cause di un’ulcera cutanea agli arti inferiori sono molteplici: venose, ischemiche, miste, dermatitiche, reumatoidi, ipertensive, diabetiche, traumatiche, tropicali, osteomielitiche, maligne, e altro ancora.
L’insufficienza venosa è senza dubbio la causa più frequente di insorgenza di ulcere cutenee degli arti inferiori (70% circa) che possono essere di origine varicosa o postflebitica.
Ulcere cutanee: come si formano
Esistono varie teorie per tentare di spiegare il meccanismo di formazione dell’ulcera cutanea: il comune denominatore di tutte queste ipotesi è l’ipertensione venosa, e ogni tentativo terapeutico deve mirare a contrastarla.
La circolazione del sangue costituisce un sistema perfetto: il cuore pompa il sangue attraverso le arterie, fino alle dita dei piedi. Il polpaccio (la cosiddetta pompa muscolare) lo spinge nelle vene, contro la forza di gravità, in direzione del cuore. Le valvole venose assicurano che il sangue non refluisca verso il basso. Se le valvole venose non funzionano, il sangue si accumula nelle vene e si formano le vene varicose. L’aumentata pressione vigente nelle vene varicose, causata dalla congestione del sangue, favorisce il passaggio di liquidi e di componenti del sangue dal sistema vasale ai tessuti circostanti. Questo a sua volta compromette l’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive ai tessuti colpiti. La colorazione della cute subisce delle alterazioni, i piedi e le gambe si gonfiano. A questo punto, basta una piccola ferita a causare un’ulcerazione, che si rimargina molto difficilmente. In questo caso, si parla di ulcera venosa delle gambe.
L’ulcera venosa è molto dolorosa. I batteri che si annidano nella ferita e nei tessuti circostanti causano la formazione di odori sgradevoli. Per questo, spesso le persone colpite evitano la compagnia e tendono a isolarsi. A causa dei dolori, i pazienti assumono un atteggiamento auto-protettivo, per cui tendono a muovere pochissimo la gamba colpita. Ciò ha come conseguenza un peggioramento della stasi venosa. Si instaura così un circolo vizioso.
Come curare le ulcere cutanee
Il ruolo del medico specialista, fatta la diagnosi, è quello di curare le infezioni e le eventuali malattie, causali o concomitanti, attuando durante la fase di cicatrizzazione uno dei principi terapeutici fondamentali “l’elastocompressione”.
In conclusione, la guarigione delle ulcere a lungo termine e la prevenzione delle recidive dipendono da una diagnosi accurata, da una terapia medica mirata e dalla correzione delle anomalie vascolari che sono alla base della loro origine.
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